Le cantine

qui oggi
qui oggi
vecchia foto
vecchia foto


Gli edifici detti "Cantine" si trovano lungo il tracciato romano, che percorreva la Liguria parallelo al mare, in un punto ben protetto dai venti, alla confluenza di "ruscelli" ricchi di acque. Si svilupparono attorno ad una torre di probabile origine medioevale, posta alla biforcazione delle strade che attraversavano la piana di Albisola verso Savona e verso Ellera, nonché verso il passo del Giovo. Queste strade assunsero grande rilievo già all'atto della costituzione in epoca ottoniana della marca di Liguria occidentale.

La prima percorrenza giungeva ad Albisola da Celle superando la collina all'altezza della forcella, oggi chiamata, dai resti di un'importante villa seicentesca, via dei Siri. Attraversava le Cantine sulla sede dell'attuale via Spotorno e quindi raggiungeva la località "Sotto l'Olmo", dove si divideva, ai piedi del Castellaro, proseguendo verso nord lungo il torrente Riabasco e a ponente, sul fianco della chiesa parrocchiale, con il nome di via Emilia, passando per la località Villa, verso Savona e verso il ponente. Questa parte utilizza il probabile itinerario romano. Riprova di ciò sarebbe, tra l'altro, il toponimo Emilia, che indica ancora oggi un limitato tratto di quella strada, traendo il suo nome dalla via Aemilia Scauri.

La seconda, di origine successiva, si snoda lungo via Piave costeggiando il vecchio cimitero e, passato il torrente Riabasco in corrispondenza del ponte medioevale in laterizio a schiena d'asino, attraversava la contrada Bruscara nella quale è sita villa Gavotti della Rovere, giungendo per via Veneto al complesso delle Cantine.

L'edificio, anticamente chiamato "La Piccola", è costituito da un fabbricato a pianta rettangolare a tre piani con tetto a padiglione a cui sono giustapposti nel lato meridionale un portico a due arcate e nel lato orientale una torre a pianta quadrangolare che sovrasta di un piano il complesso. Sulla parete meridionale di quest'ultima sono dipinti gli stemmi delle famiglie della Rovere e Negroni, raffiguranti una quercia a croce di Sant'Andrea l'uno e uno scudo a bande verticali bianche e rosse l'altro.

Notevole è l'importanza della costruzione nell'assetto urbanistico rinascimentale e barocco della zona, in quanto costituisce il nodo di incontro e di sosta delle due percorrenze già descritte.

La struttura delle Cantine, impostata come tipica casa padronale con torre, di cui molti esempi rimangono nel Savonese, è posta al centro di una azienda agricola.

Modulo questo non dissimile da quello di altre costruzioni, presenti nel territorio di Albisola, quali la torre dei Foglia e la stessa villa Gavotti, prima della sua trasformazione settecentesca.

La tradizione dice che l'edificio apparteneva già in antico alla famiglia Basso; Bartolomeo Basso, unì al proprio il nome della madre Luchina della Rovere, sorella di Francesco, innalzato al trono pontificio con il nome di Sisto IV. In seguito passò ai Grosso, che adottarono anch'essi il nome della Rovere e pervenne quindi in eredità da Clemente della Rovere a Francesco Maria della Rovere. A questi, ultimo dei della Rovere, per successione da Gianbattista della Rovere era venuta in proprietà anche la Ca' Grande. Alla sua morte, non avendo egli eredi, istituì una primogenitura per trasmettere il suo nome e i suoi beni, quindi la Ca' Piccola, con tutti gli altri possedimenti, venne inclusa in un fidecommisso e pervenne ai Gavotti.Tra il 1739 ed il 1752, Francesco Maria trasformò la Ca' Grande nella maestosa villa, oggi Gavotti, comprendendo nelle modifiche la Ca' Piccola ed il gruppo di fabbricati ad essa connessi. Il progetto, anche in questo caso, è di mano di G. Bru51. Uno dei "magazzini" sulla piazza delle Cantine 52. La casa-torre dei Fogliasco, il quale raccordò la Ca' Piccola attraverso una scenografica piazzetta a due lunghi edifici, detti il Magazzino e la Tinara.A darcene notizia è lo stesso Brusco nei suoi disegni che illustrano gli edifici e il loro decoro la pianta della Tinara è corredata da dodici tini da mosto e da un grande torchio di legno.

Due spazi urbani si aprono accanto al complesso delle Cantine. La piazzetta principale, a sud del portico, che assume una configurazione romboidale, è caratterizzata da un'impronta barocca data da una breve esedra e dal concavo portale, da cui si accedeva a un viale fiancheggiato da viti, sorrette da pilastrini. Delimitano ancora oggi il portale paraste, sormontate da volute e due pilastri reggono sculture degli stemmi dei della Rovere e dei Negrone, attualmente assai deteriorati. All'esedra si contrappone il portico della Ca' Piccola e la Tinara sul cui timpano ad altorilievo è ripetuto il blasone delle due nobili famiglie.

Ad ovest del portico uno slargo fa da punto di arrivo a via Spotorno. Di pianta rettangolare, è delimitato dal fianco della Tinara e dal fronte principale di un'altra costruzione molto ampia, detta il Magazzino, il cui interno è caratterizzato da una struttura portante della copertura realizzata con capriate in legno; anch'essa riporta tra le decorazioni esterne, oggi sbiadite, uno stemma, simile agli altri, visibile nella parte superiore della facciata laterale.

Le lisce superfici murarie sono caratterizzate dal giallo ocra, quasi arancio, alleggerite dalle finte partizioni architettoniche dipinte: pietre d'angolo, marcapiani, cimose e cornici attorno ad aperture ed archi, specchiature sotto finestre e imposte degli archi di color giallo-rosato e dal sempre presente stemma dei proprietari pitturato sulla facciata della Torre. La sapiente ombreggiatura dipinta dà profondità alle piatte pareti, ampliando gli angusti spazi su cui esse si affacciano.

Dede Restagno